Una sera particolare, un luogo, una etichetta, un vitigno, la scelta di chi ci sta vicino, di chi desideriamo al nostro fianco è sempre una fonte di curiose riflessioni, fonte di nuova conoscenza di noi stessi in fondo. È curioso, e stupendamente bello, scoprire ogni volta, che siamo tutti pezzi unici ed irripetibili, con diversi punti di vista che focalizzano una unica faccia di una complessa forma poliedrica, ed ognuno si sofferma su quella unica faccia, privilegiandola, a discapito di altre forse. Ognuno in sé è convinto di vedere l’assoluto, certo di comprendere il tutto e magari inconsapevole invece, di vederne solo una parte. Cosa cogliamo se non una piccola parte di quello che viviamo (ancora più piccola se intrisi di strette vedute, scarse aperture, cristallizzati e fermi su punti di vista che tanto ci fanno comodo perché più sicuri e privi di sorprese), vediamo solo una porzione di quello che ci emoziona, ci rapisce. Non vi vedete anche voi in una scena tipo?!? Una serata, a tavola con persone che conosci poco, forse mai viste, o magari, come si suol dire, che si conoscono “solo di vista” (aspetto molto indicativo, e da non sottovalutare assolutamente questo, sapendo che nel vino, per esempio, l’aspetto visivo è solo un terzo di tutta la degustazione!), tutto inizia così… Non importa la composizione dei partecipanti, tantomeno il sesso, il ceto e bla bla bla, conta essere seduti insieme, condividere momenti, ascoltare e raccontarsi, scegliersi per un piccolo tratto del nostro viaggiare. Poco alla volta ci si spoglia, in maniera disinvolta, con reticenza alcuni, immediatamente e sfacciatamente altri, anche se qualcuno preferisce rimanere chiuso, forse anche un pochino in disparte. Il comporsi di esperienze, di vita e di modi di vivere, di vedute o della mancanza di esse. Ma quando poi arriva il primo vino scelto… il gioco si fa ancora più intrigante ed emozionante! Il Vino spesso funge da curiosa lente di ingrandimento; sembra quasi che entrando in noi, riesca a far “traboccare” il nostro essere più profondo. Qualcuno magari lo osteggia, ne prende distanza, altri diventano un fiume in piena (non mi riferisco certo all’effetto dato dell’eccessiva assunzione di alcol, ovviamente!), ma quasi mai ho trovato persone che ne restano sterilmente indifferenti. Anche grazie alla conoscenza di questo bellissimo mondo, del quale ogni nostro compagno di viaggio gode, iniziano ad evidenziarsi le particolarità (non amo cercare le differenze). Qualcuno si è voltato diverse volte a guardare l’avvenente donna del tavolo di fronte, e non ha potuto fare a meno di ehm... soffermarsi sulla sua procace scollatura, della sua grande eleganza e sensualità. Del compagno invece non è sfuggito quel curioso ostentare un orologio molto costoso, la perfezione di un capo di alta moda cucito su misura, che fascia un fisico palestrato, il suo curioso uso del tempo speso in un solarium, la barba distrattamente lasciata, “perfettamente” incolta. Etichetta importante, grande Domaine, riflessi di puro oro liquido, elegante e pure millesimato, per una annata sfacciatamente fortunata, rivestito della sua bellissima effervescenza. Nessuna nota di fragranza per un Vino che ha riposato sui lieviti tanti e tanti anni, non possono sfuggirci le note che invece ricordano la frutta secca, una sottile percezione, quasi latente, di tartufo bianco, un rincorrersi di frutta matura e piacevoli rimandi floreali che lo impreziosiscono. Eppure... Complessità legata all’evoluzione, con note quasi eteree, così le definiamo, perché non hanno a che fare con la vite, con la fermentazione, anche se da esse nascono e prendono vita, per poi parlare di una lingua diversa. Sembra però non darci respiro, non lasci a noi il tempo di riflettere, ci pressa, ci spinge a trarre conclusioni. Dissemina indizi, e dopo una olfazione, ne segue subito un’altra, ancora più importante, ancora ed ancora. Quando sentiamo affaticati i nostri sensi, intelligentemente il Vino ci sorprende con un tono minerale che ci spiazza. Sembra, in fondo, essere tutto deciso, è un grande Vino. Bene! …ne siamo convinti?!? Perché ancora cercare conferme su conferme?!? D’altronde sembra che tutti i nostri amici al tavolo, in effetti, ne siano convinti già al solo esame olfattivo, e qui non parliamo di piacevolezza, soggettività, l’attenzione è posta su dati oggettivi e squisitamente tecnici di qualità, eccellenza, quindi, indubbiamente il nostro è un Vino d’impatto, ma… Guardando con discrezione, ma attentamente, il “gioco dei corpi”, dei messaggi non detti, di un aspetto più profondo e nascosto forse, si notano diverse cose interessanti, che ad un primo colpo d’occhio non possono essere colte. Curioso ed incantevole l’uso improprio dello smartphone, sia di Lei che di Lui. Mentre lui parla, peraltro senza guardare nel viso la compagna, lei scorre distrattamente qualche interessantissima Home di chissà quale social. Lui, invece, ha “elegantemente” posto il cellulare in bella vista sul tavolo, proprio come recita il nuovo galateo, al fianco della seconda forchetta, ma, dettaglio ancora più determinante, con lo schermo ovviamente rivolto verso il basso, per poi controllarlo, con una fastidiosa frequenza, in ogni momento della cena. Siamo ai titoli di coda?!? L’eleganza, il rispetto, la condivisione, l’intimità dedicata all’altro, anche in una sala di un ristorante, fanno la differenza, a dispetto di un apparente immediata impressione di bello, di patinato, di esclusivo. Non è tutto oro quello che luccica. In bocca, il nostro vino d’impatto, conferma il suo modo di presentarsi, molto ben costruito, tutto “perfettino, perfettino”, grande struttura, acidità ed effervescenza dettano le danze, la discreta base alcolica fa qual che può per reggere una lotta con nascosta difficoltà. Se ci limitassimo ad un esame affrettato, il quadro sembrerebbe perfetto, tutto al posto giusto no?!? …“bello, patinato ed esclusivo” Ma guardando oltre l’ovvio, valutando ogni singola percezione tattile, non può sfuggirci la tipologia di effervescenza, e come essa sia così poco in sintonia con una acidità troppo esuberante, due durezze che giocano a chi fa la voce più grossa, anziché lavorare in sinergia. Il ripercorrere sterile, da parte delle note retronasali, a tratti addirittura più corte, che ricalcano senza fantasia quelle nasali dirette (come se il cavo orale non fungesse da ampia cassa di risonanza!), diventano a questo punto un indice rivelatore, e tutta questa immagine ricercata di assoluta “perfezione a tutti i costi”, mostra i limiti di un vino ben costruito che non riesce a far accendere alcuna scintilla. Aridità… Il vino non è un liquido in una bottiglia, il Vino è una porzione di mondo che ci racconta di un pugno di terra, del sogno di uomini che con passione e fatica, prima in vigna e poi in cantina, danno alla luce la loro creatura. Degustare è attivare i sensi, è quindi apertura. Degustare è entrare in quella porzione di mondo per comprendere, scoprire ed infine farlo proprio, per arricchire quello nostro. Questo accade solo a patto che siamo disposti a mettere come prima regola l’umiltà ed il rispetto. In un universo quanto mai vario e complesso, come quello del Vino, non può esserci che un solo modo, uno solo, per approcciarsi, per viverlo, ed è quello di percorrere instancabilmente le mille e mille strade di esso, senza pregiudizi. La domanda più ricorrente che mi viene rivolta dalle persone che ancora non intraprendono il percorso formativo di sommelier, è la seguente: “Quale è secondo te il miglior vino?” Siamo disposti nella nostra vita a vedere sempre, e per sempre, la stessa tipologia di film? A frequentare solo lo stesso gruppo di amici? A leggere solo una tipologia di libri? A passare le vacanze solo in una regione? A recarsi con la persona amata sempre e solo alla stessa tipologia di ristorante? Noi che abbiamo appena iniziato a conoscere il Mondo del Vino siamo esseri straordinariamente fortunati… Con il nostro “prezioso ondivagare” possiamo scegliere un vino diverso per ogni singolo momento del nostro vivere. Cambiare, mutare, plasmare tutte quelle incommensurabili emozioni, volta per volta, stappando una etichetta sempre diversa, una tipologia di vino sempre nuova, rendendo la nostra Vita, e quella di chi ci è vicino, una interminabile scoperta. Pensate a bere, a vivere, a provare, sempre e solo una tipologia di Vino, una sola minuscola porzione di questo immenso ed infinito universo. Niente di più vicino alla… tristezza.